Fès, Concerie Chouara

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Siamo sul tetto di una pelletteria con un ramoscello di menta sotto le narici a coprire il forte odore della pelle di mucca, di pecora, di cammello e capra stese ad asciugare al sole proprio nella piazza sotto ai nostri occhi.

Lo spettacolo da quassù è bellissimo, centinaia di vasche in pietra sono come incastonate ad alveolo al centro della Medina di Fez.

Le Concerie Chouara risalgono al medioevo, sono le più antiche del paese, (qui il metodo della concia è rimasto invariato da 1000 anni) e nel 1981 sono entrate, con la Medina di Fez, a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelato dall’Unesco.

Ci sono decine di uomini immersi nelle vasche. Alcuni sono immersi fino alle ginocchia, altri fino alla vita, tutti intenti a compiere al meglio la pulitura e la tintura del pellame. Ci sono uomini che si spostano con abilità sui piccoli bordi tra le vasche incuranti del soffocante caldo o dell’odore acre. Sono come tante api che volano da una vasca all’altra con estrema agilità creando ad ogni balzo uno spettacolo pittoresco e affascinante.

Come viene lavorata la pelle

Ci vogliono circa 3 giorni di lavoro per pulire le pelli inizialmente immerse nelle vasche (le più chiare) contenenti una miscela di acqua, sale, calce e urina di mucca. Questa miscela caustica serve ad ammorbidire il pellame eliminandone il grasso e i peli.

Dopo essere state in ammollo per un paio di giorni, vengono grattate manualmente per eliminare tutto ciò che è in eccesso. Prima di passare alla tintura, vengono nuovamente immerse in altre vasche che contengono calce, estratto di corteccia di mimosa e guano di piccione. Quest’ultimo, dal momento che contiene ammoniaca, rende le pelli notevolmente più morbide e malleabili, facilitando l’assorbimento del colore nel processo di tintura. (Abbiamo scoperto che il guano di piccione è così importante in questa fase da costare addirittura circa 20euro al kg!)

Per ottenere la morbidezza desiderata, i conciatori pestano per almeno 3 ore le pelli con i piedi all’interno della vasca.

Dopo l’asciugatura al sole (che dura circa 3 giorni), si passa alle vasche per la colorazione della pelle (le vasche più scure).

Queste contengono i coloranti (tutti naturali!) il fiore di papavero per il rosso, l’indaco per il blu, l’henné per l’arancione, il legno di cedro per il marrone, la menta per il verde e lo zafferano per il giallo. Altri materiali utilizzati per la tintura sono la polvere di melograno, che viene strofinata sulle pelli e l’olio d’oliva per dare lucidità.

A questo punto le pelli vengono nuovamente messe ad asciugare al sole.

Tutto il processo, se fatto con il bel tempo, dura all’incirca 15 giorni.
Una volta terminata la tintura, il cuoio verrà poi venduto agli artigiani che provvederanno a trasformarlo in babouches, borse, pouf, cinture e altri accessori meravigliosi.

Mohamed, la nostra guida, ci spiega che i “veri” pellami, quelli trattati come ci ha appena descritto sono tra i più pregiati e soprattutto non hanno alcun tipo di odore (mi vengono subito in mente tutte le volte che in qualche negozio mi han detto che l’odore era così forte proprio perché la pelle era pregiata!). Ci mostra una borsa di pelle di dromedario, tra le pelli più leggere al mondo e con un accendino prova a bruciarne un pezzetto proprio sotto ai nostri occhi. La pelle non si scalda, non puzza e non cambia neanche colore! Pazzesco!

Tra gli appunti di viaggio, Le Concerie di Fès, sono uno di quei luoghi che ho messo a decantare prima di scriverne gli effetti. Nonostante l’odore insopportabile, le concerie offrono una delle immagini più rappresentative della città di Fès. Sono un vero e proprio laboratorio a cielo aperto che, come primo impatto, rimanda a qualcosa di potente, artistico e primordiale.

B.

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