Il cielo su Torino

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I Musei Reali di Torino presentano una mostra dedicata a Vivian Maier dal titolo Inedita. L’esposizione è un racconto degli aspetti meno conosciuti del lavoro della fotografa statunitense, di origini francesi, esponente di spicco della street photography.
Io pazza d’amore per ogni sua fotografia.
Ombre, specchi che duplicano e moltiplicano i volti, immagini riflesse dalle vetrine, gesti e sguardi di gente comune e della buona borghesia, bambini, passanti.

“Ho fotografato i momenti della vostra eternità perché non andassero perduti”

Dopo la mostra, passeggiatina per le vie del centro dove, per la prima volta vedo i Torèt, fontanelle verdi in ghisa decorate con una testa di toro, risalgono alla fine dell’800 e sono uno dei simboli della città.

Le tre Gallerie
Le gallerie commerciali sono vie completamente al coperto su cui si affacciano vetrine, ingressi di negozi e bar. La diffusione delle gallerie commerciali classiche coincide con la Belle Époque e di quell’epoca ne conservano intatto il fascino. Qui a Torino ci sono tre storiche gallerie, dei “passage” parigini nel cuore della città sabauda.

Galleria Subalpina, un corridoio temporale di un’eleganza unica! Qui il gioiellino Baratti & Milano. Già dalle vetrine che si affacciano sulla galleria si intuisce la solennità del luogo: tende di seta dorata, soffitti stuccati, lampadari di cristallo, marmi e legni pregiati.
Galleria Umberto I, la storia di questa galleria ha oltre mezzo secolo, questa fu sede dell’Ospedale Mauriziano, il più grande ospedale della città di Torino dell’epoca, qui situato dal 1575 fino al suo trasferimento.
(Pranzetto qui da Dume il cui piatto forte sono le jacket potatoes!)
Galleria San Federico, costruita negli anni Trenta del Novecento, con le sue volte in marmo pregiato è sicuramente un’altra delle bellezze torinesi da vedere. (In questa galleria sono state girate alcune scene del film Profondo Rosso di Dario Argento!)

Cenetta tipica piemontese da Casa Broglia, il secondo vermuth e la buonanotte da Conserveria Torino.

Sunday

Colazione Al Bicerin. La storia di questo meraviglioso posto inizia nel 1763, quando Giuseppe Dentis apre la sua piccola bottega nell’edificio di fronte all’ingresso del Santuario della Consolata. L’invenzione del bicerin – caffè, cioccolata e crema di latte – è stata, senza alcun dubbio, la base del successo del locale.

Il Caffè Al Bicerin raccontato da Umberto Eco nel romanzo Il Cimitero di Praga:
“…Mi ero spinto sino a uno dei luoghi leggendari della Torino d’allora. Vestito da gesuita, e godendo con malizia dello stupore che suscitavo, mi recavo al Caffè Al Bicerin, vicino alla Consolata, a prendere quel bicchiere, odoroso di latte, cacao, caffè e altri aromi. Non sapevo ancora che del bicerin avrebbe scritto persino Alexandre Dumas, uno dei miei eroi, qualche anno dopo, ma nel corso di due o tre scorribande in quel luogo magico avevo appreso tutto su quel nettare… La beatitudine di quell’ambiente dalla cornice esterna in ferro, i pannelli pubblicitari ai lati, le colonnine e i capitelli in ghisa, le boiseries interne di legno decorate da specchi e i tavolini di marmo, il bancone dietro al quale spuntavano i vasi, dal profumo di mandorla, di quaranta tipi diversi di confetti… Mi piaceva pormi in osservazione in particolare la domenica, perché la bevanda era il nettare di chi, avendo digiunato per prepararsi alla comunione, cercava conforto uscendo dalla Consolata – e il bicerin era ricercato in tempo di digiuno quaresimale perché la cioccolata calda non era considerato cibo. Ipocriti. Ma, piaceri del caffè e del cioccolato a parte, ciò che mi dava soddisfazione era apparire un altro: il fatto che la gente non sapesse chi ero davvero mi dava un senso di superiorità. Possedevo un segreto.”

Umberto Eco, Il Cimitero di Praga, Bompiani 2010
(La citazione è anche stampata sui tovagliolini del locale, bellissimi.)

Mole Antonelliana
Simbolo architettonico della città di Torino, la Mole Antonelliana fu inizialmente concepita come Sinagoga, prima di essere acquistata dal Comune per farne un monumento all’unità nazionale.
Qui ha sede uno dei musei del cinema più importanti del mondo! Fanno parte della collezione foto, video, film, manifesti, locandine, scatole ottiche, bozzetti, costumi e pezzi di scenografie. Proprio intorno alla parte centrale dell’Aula del Tempio si può entrare all’interno di suggestive scenografie suddivise per genere cinematografico.
Nell’aria dedicata alla Galleria dei Manifesti ci sono circa 535.000 manifesti, locandine e materiali promozionali realizzati per i lanci cinematografici.
(Vorrei portarmi a casa il manifesto del film Casablanca, che meraviglia!!)

Qui vicino, in via Giulia di Barolo, a due passi da Via Po c’è il murale che racconta l’obiettivo 8 dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Il goal 8 è stato rappresentato con un grande e bellissimo fenicottero rosa. Presso gli antichi egizi era un animale sacro a Ra, Dio del Sole, mentre oggi è diventato un’icona in vari ambiti ed è riconosciuto come simbolo di positività, equilibrio e rinascita.
Vi consiglio di fare un salto qui per poi passeggiare sul Po fino a Piazza San Carlo, dove ogni domenica troverete il mercatino dell’antiquariato.

Dove dormire: Porta Palace Apartments (zona perfetta per muoversi a piedi e camere che sono mini appartamenti privati)

Buon weekend!
B.

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