Occhi paradisiaci, giardini fioriti, ricami, pizzi e balze, tutto ricoperto da paillettes luccicanti, inserti di soffici piume, metri e metri e metri di soffice tulle. La preparazione è meticolosa, tutto deve essere perfetto e in ordine e preciso, dalla prima all’ultima seduta, dalla prima all’ultima nota, dal primo all’ultimo capello. Nulla è lasciato al caso. O forse sì, ma in questo caso sarà di certo voluto. Il tempo è fondamentale, dev’essere il tempo di una favola che ti tiene sospeso in attesa del finale o di una canzone che ti lascia inseguire ogni parola ma senza mai raggiungerla, senza mai toccarla. Il profumo è inebriante e ricorda un po’ un campo di lavanda quando è luglio, la sull’altopiano di Valensole. I respiri sono appena sospesi. I battiti del cuore appena accelerati. Le luci si abbassano. Poi piano, fanno strada al primo capolavoro partorito alle nove di mattina di un martedì qualunque, appena prima del caffè. O alle cinque di un pomeriggio dopo il tè. O forse, e così mi piace pensare, in una notte insonne quando le tue mani possono quasi toccare quel delicatissimo tessuto, imbastito appena nella tua mente.
La silhouette dei capi s’ispira alla perfezione.