Niente di più bello del mare, quando lo si guarda, appena dopo il tramonto. Un’immensa, placida, delicata distesa d’argento e nient’altro. Nessun pesce, nessuna ombra delle mie gambe sul fondale, nessun pensiero reale.
E’ il momento che preferisco, questo, quando con un bicchiere di vino bianco ghiacciato, seduta sullo specchio di poppa di questa barca, posso cullarmi nella mia assenza di pensieri.
Itinerario.
Partenza. Rogoznica. Ore 10.
La nostra barca, un Dufour 460 Gran Large, è pronta a salpare. Veleggiamo, appena usciti dal porto, alla volta dell’isola di Solta, più o meno a un paio d’ore di navigazione. L’isola è stupenda, l’acqua è cristallina e ha dei riflessi verde azzurri.
Giorno 2. Ci dirigiamo a sud, passeremo la notte all’isola Hvar, un’isola dal fascino singolare, con la sua ricchissima vegetazione, i pittoreschi campi di lavanda e le sue spiagge prima di ciottoli, poi di finissima sabbia dorata.
Giorno 3. Passiamo il canale di Hvar e raggiungiamo la piccola isola di Vis, o Lissa, detta “Uno degli ultimi paradisi”. Per 40anni bunker militare, offre un territorio selvaggio, inciso da insenature, baie e calette. Restiamo qui due giorni, nella speranza di poter vedere la grotta azzurra, un’escursione organizzata che non siamo riusciti a fare causa mare grosso.
Giorno 5. Korcula. Attracchiamo al porto di Korcula e tocchiamo la terraferma dopo tre giorni di navigazione. Ne approfitto per una passeggiata ed una doccia vera. Passiamo la notte qui. La mattina ci si sveglia di buon’ora e, dopo aver fatto provvista di frutta e verdura, si è pronti a salpare. Il tempo non è dei migliori ma la capitaneria di porto ci rassicura che per la nostra tratta non incontreremo tempeste.
Giorno 6. Siamo diretti a sud, al parco nazionale dell’isola di Mljet. A fermarci sarà una tromba d’aria che, a poco meno di un miglio da noi, non preannuncia nulla di buono. Si creeranno infatti, in pochi minuti, altre sei trombe d’aria. Facciamo giusto in tempo a indossare le cerate prima di ritrovarci nel bel mezzo di un temporale. Raffiche fino a 50 nodi di vento ci costringono ad allontanarci da terra. I 40minuti più adrenalinici della mia vita.
Il mare, prima schiacciato dalla pioggia, diventa grosso non appena smette di piovere. Ci dirigiamo in un’isola vicino Mljet, per ripararci dal vento ed eventuali maree. Passiamo la notte a Sipan.
Giorno 7. Arriviamo a Dubrovnik verso l’ora di pranzo. Abbiamo noleggiato un posto barca a l’Aci Marina per una notte. Dopo aver lavato e steso ad asciugare tutti i nostri vestiti post-tempesta siamo pronti per una visita alla città. (A pochi passi dalla marina c’è una stazione degli autobus che vi porterà in centro) Dubrovnik è splendida, rinomata per il centro storico caratteristico, circondato da imponenti mura in pietra costruite nel XVI secolo.
Lastricato con pietra calcarea, il corso pedonale noto come Stradun (o Placa) è pieno di negozi e ristoranti. Noi abbiamo cenato da Rozario, tipico e molto carino.
Giorno 8. Arriviamo a Mijet nel tardo pomeriggio, la baia che abbiamo scelto, Okuklje, ci permette di ormeggiare in banchina. L’insenatura è carina, piccola e accogliente, c’è un ristorante e qualche casa sul piccolo porticciolo.
Giorno 9. Ci dirigiamo a nord, dopo Dubrovnik, la nostra meta sono le Isole Incoronate. Arriviamo a Hvar, dove passeremo la notte per la seconda volta, dopo una lunga giornata di navigazione.
Giorno 10. Siamo a Solta, nella baia Stracinska, dove resteremo per due giorni. E’ adorabile ma po’ piccola, ci sono già due o tre barche con la cima a terra quando arriviamo, perciò ci adeguiamo e la mettiamo anche noi. Mi sento una piccola marinaretta mentre, a nuoto, porto la cima sulla roccia e cerco un appiglio sicuro per la barca.
Giorno 12. Un’altra lunga giornata di navigazione ci porta fino a Zirje, siamo sempre più a nord e le Incoronate sono ormai vicine. (Qui una barca, verso le 9 del mattino vende frutta e verdura)
Giorno 13. Passiamo una giornata di relax a Kakan, una piccola isola di fianco a Zirje. (passeremo a Kakan due giorni causa brutto tempo)
Giorno 15. Non essendo lontani dalla costa decidiamo di attraccare a Murter per fare provviste prima di entrare nel parco delle Incoronate. Ormeggiamo al porticciolo di Jezera e ne approfitto per una passeggiata in paese. Ci sono delle indicazioni che portano ad una chiesa in cima ad un piccolo altopiano. La vista è mozzafiato.
Giorno 16. Il paesaggio attorno a noi è del tutto diverso da quello che abbiamo visto fin’ora. Isole verdi e rigogliose hanno lasciato spazio a paesaggi lunari privi di vegetazione. La barca sembra fluttuare calma e silenziosa mentre raggiungiamo Vela Smokvica, la prima isola delle Incoronate. (L’accesso al parco nazionale delle Incoronate costa 80 euro al giorno. Vi consiglio di acquistare i biglietti online il giorno prima)
Giorno 17. Ci spostiamo a Kornati, l’isola più grande del parco. Ci ancoriamo nella baia Modri bok, più o meno a metà dell’isola. E’ mozzafiato davvero, l’acqua è calma e limpida e la baia è tutta per noi. Il panorama è stupendo e la quiete di questo posto è paradisiaca. Restiamo qui tre giorni.
Giorno 20. Ci spostiamo a Levrnaka, una piccola isola proprio di fronte a Kornati. Su quest’isola c’è solo un ristorante ed io trovo la cosa molto poetica. Attracchiamo al piccolo molo e prima della cena facciamo una passeggiata fino in cima alla piccola altura dietro il ristorante. Scopriamo, dall’altra parte, una spiaggia che è in realtà un invito ad un ulteriore passeggiata. Una volta arrivati ci rendiamo conto di quanto sia strano e piacevole toccare la sabbia dopo così tanto tempo.
Giorno 21. Lasciamo le Incoronate e ci dirigiamo di nuovo a sud fino a Kaprije. A nord-ovest dell’isola c’è il regno delle api e non scherzo, visto che sono state proprio loro a cacciarci da quella che sembrava un’innocua baietta. Attimi di panico per me, chiusa nella toilette della barca. A sud-est troverete invece dei gavitelli.
Giorno 22. Facciamo tappa a Zirje. La baia, nella parte più orientale di Mala Stupica, è piccola e riparata, sembra una piscina da quanto è limpida l’acqua. Ci sono dei gavitelli (costano circa venticinque euro al giorno). Restiamo qui tre giorni, è davvero un posto magico.
Giorno 26. Rientro a Rogoznica.
Si provano tantissime cose durante tutti questi giorni di viaggio in barca a vela. Si imparano tantissime cose e si fanno altrettante cose durate tutto il giorno. Diventa così semplice svegliarsi all’alba, per esempio, e vedere nascere il sole mentre si fa un’abbondante colazione a base di pane e nutella o pane, burro e acciughe man mano che si diventa veri marinai. Il primo tuffo della giornata, ancora prima del caffè. I pensieri durante le lunghe ore di navigazione mentre la meta sembra così vicina e invece dipende tutto dal vento. Le vele che sembra semplice una virata e invece ci vuole forza e spirito di squadra. La scotta, che si impara presto il motivo del suo nome. I capelli annodati e la pelle perennemente salata, che il sale fa bene e ai capelli ci penseremo poi. Il vino bianco ghiacciato a tutte le ore del giorno e della notte. Le provviste e la spesa intelligente e le verdure che non bastano mai e gli spazi che se non c’è organizzazione è finita. I costumi stesi ad asciugare. Le pennichelle perché non c’è cosa migliore che essere cullati dal mare. I maglioni di lana perché anche se è estate di sera ci vuole un abbraccio caldo. Le lunghe nuotate e lo snorkeling e i milioni di pesci. Il vento e a volte la pioggia e il mare grosso che basta tenersi, niente paura, perché dopo la tempesta uscirà di certo il sole. Le api e i rimedi improvvisati come una lattina di tonno vuota e la polvere di caffè che brucia lentamente mandandole via. L’amore per il mare, quello sempre, e la voglia di lasciarsi trasportare senza fretta.
Buon vento.
B.