Il genere maschile, da sempre, si divide in due. Ci sono i Brandon e i Dylan.
I Brandon sono quelli sempre dalla parte giusta perché fanno sempre la scelta giusta, perfettamente a loro agio nei contesti sociali in cui consumano la propria esistenza. Sono quelli che hanno un obiettivo ambizioso, come quello di scrivere per il Washington Post, verso cui procedono in modo ordinato, un passo alla volta, senza mai un ripensamento, senza mai pestare i piedi a nessuno, attenendosi scrupolosamente al protocollo. Sono quelli che stanno a sentire i genitori e ne rispettano l’autorità, accettando da loro ogni tipo di consiglio, anche non richiesto. I Brandon sono quelli che tutte le madri, a cominciare da quella di Kelly Taylor, vorrebbero per le proprie figlie.
E’ una fortuna che al mondo ci siano anche i Dylan. I “mad, bad and dangerous to know”, i pazzi, cattivi e pericolosi da conoscere (che è il modo in cui Dylan si presenta a Brandon nella prima puntata della serie). I Dylan sono quelli che quando c’è da fare una scelta fanno quasi sempre quella sbagliata, che quando si lanciano in un progetto ambizioso danno prova di genialità mandando poi tutto in vacca per mancanza cronica di costanza. Sono quelli che non sanno neanche loro se preferiscono le bionde o le more, sono quelli che la moderazione è un’altra cosa e le mezze misure non esistono. I Dylan hanno una specie di caldaia dentro, che consuma tutto e che li obbliga a schiacciare al massimo il pedale, sempre, senza un attimo di tregua.
Ma se il mondo è un luogo interessante, lo dobbiamo esclusivamente a loro, ai Dylan di ogni epoca, ai perdenti il cui destino tragico è scritto nella pietra. Perché i Brandon, con le loro vittorie sempre uguali, si dimenticano, mentre i Dylan restano per sempre e nemmeno la morte ne scalfisce il ricordo perché la verità è che il Dylan Mckay di Luke Perry, con le sue insicurezze, la sua vulnerabilità, la sua disperazione, la sua totale incapacità di far parte del mondo degli adulti, è un antieroe senza età, di quelli che restano a far eternamente parte della memoria.
C’è stato per tutte noi quel momento, il momento esatto in cui ci siamo innamorate di Dylan, ben consapevoli che fosse la scelta sbagliata ma altrettanto consapevoli della nostra incapacità di poter resistere al fascino del suo sorriso appena accennato, di quelle perfette t-shirt bianche dalle maniche arrotolate portate in quel modo che solo lui, di quel ciuffo ribelle alla James Dean, del fascino di ogni suo sguardo.
Dylan, rimarrai per sempre il primo grande amore di un’intera generazione.
With love,
B.