Non farmi domande a cui non posso rispondere, perché non saprò che dire e allora mi inventerò qualcosa, qualcosa che assomigli a me e senza rispondere ti parlerò del cielo, guarda che bella quella nuvola – assomiglia a un gatto – ti racconterò di un mare calmo – così calmo che si lascia accarezzare – inventerò una casa, ma che dico, un castello, che ha fiori dappertutto – e se ne stanno lì, quei grandi fiori in quei piccoli vasi colorati – creerò un mondo fantastico che scorderò po’ chi minuti dopo.
Allora tu non saprai più chi sono io, penserai che io sia matta ma non me lo dirai mentre mi guarderai sorridere – sorrido perché immagino talmente bene che poi mi sembrano ricordi – e forse non lo saprò più nemmeno io chi sono io e passeremo i giorni a ricordare cose mai successe.
Penso, osservo, scrivo, invento, rifletto e il vento mi fuma metà sigaretta.